Così, con questa sintesi perfetta, Mao Tze-tung usava definire la donna. Chissà se veramente, nel pronunciarla, era consapevole del realismo e della compiutezza di una simile definizione.
Le donne viste come una parte di cielo; come un universo a sé stante, che sta attorno alla terra, vicino alla terra, si mescola alla terra e, contemporaneamente, è lontano, inspiegabile, inconoscibile nelle sue forme, nei suoi limiti, nelle sue risorse. Quello femminile è un universo misterioso e attraente insieme, esaltante e capace di intimorire.
Non a caso tutte le culture hanno plasmato la propria immagine della donna, ne hanno definito significati, ruoli, compiti, spazi di movimento e d’azione.
Amate, odiate, temute, cercate, allontanate, demonizzate, mitizzate, denigrate, venerate, usate, disprezzate, invocate, le donne sono spiriti eletti, dotate di una capacità unica di sentire e vivere la vita.
Racconta una storiella ebraica che Dio, nel creare la donna, fece addormentare Adamo per togliergli una costola. Dalla quella costola Dio plasmò la donna e, mentre Adamo ancora dormiva, le riferì il segreto della vita. Potrebbe essere vero. ( Simona Beretta )
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